Problemi del sonno: come abituare i bimbi a dormire da soli

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Stiamo per parlare di un problema che, per una volta, non riguarda solo ed esclusivamente i genitori. Quante volte anche tu, quando non avevi in testa l’idea di avere un bambino, hai passato ore a sentire i pianti disperati di un piccolo viaggiatore? Si, perché anche se non hai mai avuto un figlio, ci sono luoghi in cui i pianti dei bambini ti perseguitano: in treno, in pulman, in aereo, in spiaggia.

Ovunque ci siano famiglie con bambini, ci sarà un pianto disperato. Perché quando un piccolino ha sonno, niente lo può calmare se non l’abbraccio della mamma.

Veniamo quindi alla domanda più gettonata tra tutti i neogenitori: come calmare un bimbo che non vuole dormire e soprattutto come e quando, abituarlo a dormire da solo?

Quando un bambino piccolo piange disperato, il primo istinto dei suoi genitori è quello di correre verso di lui per abbracciarlo e farlo sentire protetto. Se parliamo di un neonato poi, dovremmo ricordarci che il pianto è il suo unico modo per comunicare. I genitori devono quindi essere bravi a interpretare il pianto del bambino e capire se è dovuto a sonno o a qualche malessere come colichette o influenza.

Problemi di sonno: a che età dormire da soli

Una delle cose più difficili da capire quando si ha un bambino piccolo, è sicuramente: quando lasciarlo dormire da solo nel suo lettino? Secondo gli esperti, il momento migliore per abituare un bambino al sonno in autonoma è sei sette mesi dopo lo svezzamento.

Per un genitore (forse per una madre ancora di più) sentire il proprio bambino piangere durante la notte e non poter intervenire può essere uno strazio. Ogni volta che il bimbo piange vorrebbe correre a consolarlo. Una mamma, per esempio, pur di dormire qualche ora in più, lo terrebbe attaccato al seno tutta la notte.

Niente di più sbagliato: cara mamma, se vuoi che il tuo bimbo diventi grande e forte, devi lasciare che si abitui da solo. Piano piano, con un po’ di pugni sul petto, dovrai rinunciare alle coccole notturne. Se lo sentite piangere, non prendetelo in braccio per poi rimetterlo nella culla una volta addormentato. Lo spostamento potrebbe causare nuove crisi di pianto. Non dategli da mangiare prima che siano passate le 3 ore tra una poppata e l’altra: non sempre il pianto equivale alla fame.

Lo so, cara mamma, sei indispettita perché hai scoperto che i consigli della nonna non solo non funzionano, ma possono essere anche dannosi.

Problemi di sonno: metodi efficaci per una notte tranquilla

Tranquilla, ti diremo noi come far addormentare il tuo bambino senza troppo stress:

  • Metodo numero uno; se sentite il vostro piccolo piangere, entrate, gli parlate per qualche minuto, poi uscite. Se il bambino continua a piangere, ripetete la stessa operazione ad intervalli via via più lunghi (dai 3 ai 10 minuti). Rassicurate il piccolo dicendogli che gli volete bene e che quello che state facendo è per il suo bene, per insegnargli ad essere un bimbo grande e dormire bene da solo

  • Se il contatto con i vostri bambini è una delle cose più importanti e nemmeno voi riuscite a rinunciarvi, ecco un piccolo trucco: prendete uno dei vestiti che utilizzate più spesso e avvolgetevi dentro il vostro bambino come un piccolo salsicciotto. Sentendo il vostro odore il piccolo crederà di avervi accanto e si tranquillizzerà subito. Se non avete voglia di utilizzare i vestiti, in commercio ci sono piccoli pupazzi di stoffa creati proprio a questo scopo. Basterà tenerli nel vostro letto qualche giorno e poi trasferirli nel loro lettino.

Sappiamo che sarà difficile fare il cuore duro, ma provateci. È per il bene dei vostri bambini.

Alla prossima!

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