Adolescenti e rapporto tra pari: consigli per non sbagliare

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Sai qual è la parte più difficile dell’essere un adolescente? Il rapporto con i coetanei. Mentre quando si è bambini il principale obbiettivo è quello di creare alleanze, in adolescenza il modo di vedere le cose cambia radicalmente.

Immagina che un adolescente sia come una rockstar che cerca di sfondare nel mondo della musica: tutto quello che vuole è ricevere approvazione e consenso. Sentirsi approvato dagli altri ed essere parte di un gruppo per un adolescente è fondamentale.

Non c’è solo quello, però: un’adolescente ha bisogno di crearsi un luogo e un gruppo in cui si senta al sicuro, libero di essere sé stesso. Chiunque stia al di fuori di quel gruppo, fuori dalla sua cerchia, è considerato un nemico.

I gruppi di amici sono da considerare come l’equivalente di una comunità tribale: un gruppo di persone che si legano sulla base di interessi comuni di controllo, fedeltà e affetto.

Da adolescenti, ma anche da più grandi, trovare il proprio posto, la propria tribù non è mai una cosa semplice: coltivare il rapporto con gli altri sarà sempre complicato, soprattutto per chi non ha molta fiducia in sé stesso.

Gli atteggiamenti maschera: cosa significano davvero?

Quando non si riesce a socializzare, gli atteggiamenti messi in atto da un adolescente sono essenzialmente due:

  • Estrema timidezza: la prima reazione se non si riesce a fare amicizia con qualcuno, è sempre la stessa: rinchiudersi in sé stessi ed essere troppo timidi. Certo, la timidezza è un lato caratteriale che di per sé è innocuo, ma se estremizzato può portare a fortissimi problemi relazionali. Immagina di essere tu il ragazzo più timido della scuola: stai sempre in disparte, parlare agli estranei ti fa arrossire e balbettare, sei sempre agitato. Brutto, vero?

  • Spavalderia: se non si è timidi, per fare amicizia con gli altri e nascondere il proprio senso di inadeguatezza ci si rifugia spesso dietro la spavalderia e la ribellione. Un atteggiamento dichiaratamente oppositivo e di ribellione è un modo per nascondere la paura di non essere accettati dagli altri.

Il ruolo di mamme e papà

Se hai un figlio adolescente che ha messo in atto uno di questi atteggiamenti, sappi che il tuo ruolo è importantissimo. Cosa può fare un genitore che vede il proprio figlio incespicare verso la strada per l’età adulta?

Se tuo figlio è troppo timido, non forzarlo a socializzare: quest’atteggiamento non farà altro che rafforzare in lui l’idea di essere inadatto e inadeguato al rapporto con gli altri.

Se invece hai un figlio un po’ sbruffone che non fa altro che disobbedirti e negare tutte le autorità, la soluzione al tuo problema è uno solo: regole.

Devi dare a tuo figlio delle regole da rispettare e importi affinché vengano rispettate: insegnare la disciplina e il rispetto per gli altri sarà un grande aiuto per fare di quell’adolescente ribelle un adulto intelligente e consapevole.

Se ti rendi conto che la ribellione si è trasformata in qualcosa di più grave che coinvolge e infastidisce i suoi coetanei, puoi fare una cosa sola: parla ad insegnanti e genitori e cercate insieme un punto d’incontro.

Ragazze e corpo che cambia: aiutale ad amarsi

Parliamo adesso dell’ultimo, spinoso argomento di cui trattare quando si ha a che fare con un adolescente: il corpo che cambia.

Soprattutto per le ragazze, quello della pubertà è un momento cruciale: sono bombardate di messaggi negativi che continuano ad accostare la bellezza alla magrezza, ai seni prosperosi e alle forme perfette. Se non si vedono come sulle copertine si sentono brutte ed imperfette.

È compito del genitore insegnare alla propria figlia ad accettarsi nonostante i difetti. Tua figlia deve sapere che la propria bellezza non dipende dall’approvazione degli altri ma solo dalla sua capacità di volersi bene.

Alla prossima!

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