Autolesionismo: cause, segnali d’allarme e possibili soluzioni

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Si stima che ben 1 adolescente su 5 abbia messo in atto comportamenti autolesionistici in qualche momento della sua crescita. In questo post illustrerò le cause più comuni, i segnali di allarme, ciò che i genitori possono fare per aiutare i loro figli e le opzioni di trattamento.

Che cos’è l’autolesionismo adolescenziale?

L’autolesionismo adolescenziale si riferisce a qualsiasi azione deliberata che ha come scopo quello di farsi del male, intrapreso da una persona di età compresa tra i 13 e i 18 anni.

Le forme più comuni includono:

  • tagliarsi;
  • bruciarsi;
  • sbattere la testa contro un muro;
  • percosse;
  • conati di vomito;
  • strapparsi i capelli;
  • incisioni di parole o simboli sulla pelle.

E’ importante notare che l’autolesionismo può talvolta essere un sintomo di un problema di fondo più grave, come la depressione, l’ansia, un disturbo alimentare o un disturbo di personalità con esordio adolescenziale.

Ci sono molte ragioni per cui gli adolescenti possono ricorrere all’autolesionismo, alcuni lo fanno come modo per affrontare emozioni difficili, come la rabbia, la tristezza o l’ansia. 

Altri possono farlo nel tentativo di provare qualcosa, qualsiasi cosa, in uno stato di intorpidimento o dissociazione. 

Altri ancora usano l’autolesionismo come modo per punirsi per errori o fallimenti percepiti, in alcuni casi può anche essere un grido di aiuto.

Qualunque sia la ragione, è importante capire che l’autolesionismo non è un comportamento di ricerca di attenzione o un tentativo di suicidio. Anche se l’autolesionismo può essere pericoloso e a volte fatale, la maggior parte degli adolescenti che si dedicano a questo comportamento non vuole morire.

Cause comuni dell’autolesionismo

Non esiste un’unica causa, spesso questo comportamento è il risultato di molteplici fattori. I principali fattori scatenanti sono:

  • storia familiare di malattia mentale o abuso di sostanze;
  • eventi traumatici come abusi, bullismo o morte di una persona cara;
  • storia di impulsività o di comportamenti a rischio;
  • perfezionismo o aspettative accademiche/atletiche irrealistiche;
  • sensazione di non appartenere ad un gruppo o di essere diversi dai coetanei;
  • scarse capacità di affrontare i fattori di stress o l’ansia;

Segnali di allarme che dovete attenzionare

Se siete preoccupati che vostro figlio/a possa avere un comportamento autolesionista, fate attenzione ai seguenti segnali di allarme:

  • tagli o lividi inspiegabili (soprattutto su polsi, braccia, gambe o stomaco);
  • frequenti “incidenti” con conseguenti ferite;
  • isolamento da amici e familiari;
  • indossa maniche o pantaloni lunghi anche quando c’è caldo;
  • esprime pensieri su come farsi del male.

Se notate uno di questi segnali d’allarme in vostro figlio, non esitate a rivolgervi a un professionista della salute mentale. L’intervento precoce è fondamentale per prevenire problemi più gravi.

Anche se non esiste un modo sicuro per prevenire l’autolesionismo negli adolescenti, ci sono alcune cose che i genitori possono fare per ridurre il rischio:

  • Mantenere aperte le linee di comunicazione: fate sapere all’adolescente che può rivolgersi a voi per qualsiasi cosa stia accadendo nella sua vita senza timore di essere giudicato.
  • Insegnare le abilità di coping per affrontare le emozioni difficili. (come per esempio: tenere un diario quotidiano dove esprimere le proprie emozioni, l’esercizio fisico, esercizi di respirazione profonda, ecc).
  • Limitare l’accesso a oggetti dannosi: se vostro figlio/a sta lottando con impulsi autolesionistici, assicuratevi che non abbia facile accesso a coltelli, rasoi, accendini, ecc.

Per concludere

L’autolesionismo è un comportamento difficile da interrompere, ma la psicoterapia cognitivo-comportamentale può essere uno strumento incredibilmente efficace per aiutare le persone a smettere di farsi del male.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) utilizza una serie di tecniche per aiutare le persone a identificare e modificare gli schemi di pensiero e i comportamenti nocivi.

Ecco cinque degli strumenti più comunemente utilizzati nella CBT per l’autolesionismo:

1. Ristrutturazione cognitiva: questa tecnica aiuta le persone a identificare i pensieri e le convinzioni autolesioniste, a metterle in discussione e a riformularle in una luce più positiva.

2. Attivazione del comportamento: questo strumento aiuta le persone a identificare le attività che procurano loro gioia e piacere e a fissare degli obiettivi per impegnarsi regolarmente in queste attività.

3. Esposizione e prevenzione della risposta: questa tecnica consiste nell’esporsi gradualmente alle situazioni o ai fattori scatenanti che innescano l’autolesionismo, imparando allo stesso tempo meccanismi di coping sani per affrontare (e bloccare) l’impulso a farsi del male.

4. Mindfulness: Questo strumento aiuta le persone a diventare più consapevoli dei loro pensieri, sentimenti e sensazioni nel momento presente, senza giudizio. Questo può aiutare le persone che soffrono di autolesionismo a diventare più consapevoli dei loro fattori scatenanti e a imparare a gestirli in modo sano.

5. Training di rilassamento: Questa tecnica consiste nell’imparare a rilassare la mente e il corpo attraverso attività come la respirazione profonda, il rilassamento muscolare progressivo o la visualizzazione. Il training di rilassamento può aiutare a ridurre i livelli di stress, che possono essere un fattore scatenante dell’autolesionismo.

Se voi o qualcuno che conoscete sta lottando con l’autolesionismo, cercate aiuto da uno psicoterapeuta qualificato. Con il supporto e gli strumenti giusti, è possibile superare questo difficile comportamento.

Alla prossima!

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