Ipersensibilità: come affrontarla

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Quante volte ti è capitato di fare cose che non ti andava molto di fare, pur di accontentare una persona a cui vuoi bene? È una cosa abbastanza comune, voler rispettare le aspettative di chi amiamo.

Per una persona ipersensibile è tutto ancora più complicato. Quando ci si rende conto che si a che fare con una persona ipersensibile, ci si sente in dovere di correggerne il carattere. Se per esempio dovessi renderti conto che tuo figlio è particolarmente sensibile, fai di tutto per cercare di renderlo più forte e di azzerare questa sua spiccata sensibilità.

Questo perché da sempre essere troppo sensibili è considerato un difetto da correggere. Soprattutto quando si tratta di maschi, si pensa all’ipersensibilità come ad una condizione invalidante nell’affrontare la vita di tutti i giorni.

Un ragazzo molto sensibile è da molti considerato emotivamente debole e quindi incapace di affrontare la vita di tutti i giorni. Se invece si tratta di una bambina, per esempio, la sensibilità viene vista come un pregio che rende ancora più spiccato quel senso di protezione verso gli altri che dovrebbe essere tipico femminile. Una donna sensibile è la donna perfetta, un po’ mamma un po’ crocerossina.

Pregiudizi di genere a parte, vale la pena soffermarsi su come, solitamente, i genitori decidono di affrontare il problema dell’ipersensibilità dei loro figli. Le reazioni dei genitori passano solitamente attraverso due estremi opposti.

Ipersensibilità: le reazioni dei genitori

Vediamo insieme quali sono:

  • Protezione: chi accetta il fatto di avere un figlio ipersensibile farà di tutto per proteggerlo dai dolori che la vita potrebbe causargli. Se all’inizio questa scelta potrebbe sembrare il gesto dolce e tenero di un genitore che si preoccupa per il proprio figlio, a lungo andare questo comportamento può portare a conseguenze non troppo felici.

Un figlio che ha sempre potuto contare sulla protezione indiscussa di mamma e papà si adatterà difficilmente al mondo degli adulti quando dovrà cominciare a cavarsela da solo e camminare sulle proprie gambe.

  • Rifiuto: opposto alla protezione c’è l’atteggiamento del rifiuto: ci sono infatti genitori che ritengono che la sensibilità sia da considerare alla stregua di un difetto comportamentale. Per loro, la soluzione a tutti i problemi è negare questo aspetto caratteriale. Chiudersi a riccio ed evitare di mettersi a disposizione degli altri. Mettere da parte la propria sensibilità reprimendola sfacciatamente può sembrare la soluzione più giusta per soffrire di meno. Ma non è assolutamente

Chi da bambino è stato abituato a reprimere la propria sensibilità e il proprio istinto, si troverà ad essere un adulto con evidenti problemi relazionali e forse anche di comportamento.

Gli atteggiamenti che ho illustrato sono letteralmente agli antipodi tra di loro ed è evidente che non sono assolutamente la soluzione giusta per affrontare il disagio legato all’ipersensibilità. E allora: qual è la soluzione?

La cosa migliore da fare quando si ha a che fare con l’ipersensibilità è: non cercare un compromesso. Nonostante razionalmente sia la prima soluzione che verrebbe in mente a chiunque, non è mai quella giusta.

No ai compromessi

La ricerca costante di un equilibrio tra l’iperprotezione e la freddezza non farebbe altro che confondere la mente delle persone interessate. Come fa un genitore ad essere protettivo e duro allo stesso tempo? É impossibile non risultare incoerenti.

Il modo giusto per affrontare tutto è solo uno e vi assicuro che funziona: bisogna cambiare prospettiva. L’ipersensibilità non deve essere un difetto, ma diventare una risorsa. Una risorsa da allenare come fosse un dono o un intuito.

Percepire i sentimenti e le sensazioni in modo diverso rispetto agli altri può trasformarsi in un pregio fondamentale. Un po’ come i poteri dei supereroi: sono bellissimi, se usati nel modo giusto.

 

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