Separazione: quando i figli fanno da mediatori

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Per introdurre l’argomento di oggi mi servirò di una risorsa abbastanza pop che spero possa farti capire al volo quello di cui sto parlando. Hai mai visto il film Genitori in trappola? È la storia di due ragazzini che decidono di chiudere i loro genitori in una stanza per permettere loro di chiarire la loro situazione satura di litigi e di pensarci meglio prima di ricorrere alla separazione.

Al di là di ogni considerazione di merito che si possano fare sul film, che è volutamente esagerato per ispirare il riso, il contesto da cui parte è utile per affrontare una tematica importantissima quando si pensa ad una separazione: la reazione dei figli.

Ne abbiamo parlato a lungo negli articoli precedenti: è importante che i figli, in quanto parte integrante della famiglia, sappiano quello che sta succedendo. Devono essere messi al corrente della verità, senza mezzi termini.

Ci sarà chi la prenderà bene e riuscirà a capire che la decisione presa da mamma e papà non è soggetta ad alcun tipo di negoziazione, ci sarà chi soffrirà.

La reazione più comune di tutti i bambini/ragazzi che capiscono che la loro famiglia sta per dividersi per sempre, è più o meno la stessa dei protagonisti del film di cui ti ho parlato all’inizio dell’articolo, comicità a parte.

Figli come mediatori: le reazioni alla separazione

Quando i genitori si separano, i figli tendono a caricarsi della responsabilità di quella separazione, anche se la colpa, in realtà, non è mai dei figli. Il sentirsi in colpa per la separazione, scatena nei figli diverse reazioni e comportamenti spesso controproducenti per la serenità familiare.

Analizziamoli insieme:

  1. I figli si coalizzano tra loro per cercare di riappacificare mamma e papà. Proprio come in genitori in trappola i vostri figli proveranno a creare situazioni che vi costringeranno al confronto: vi lasceranno improvvisamente soli durante la cena di famiglia, scriveranno da parte vostra smielate lettere d’amore al vostro coniuge. Lo fanno senza cattiveria, con l’ingenuità che contraddistingue la giovane età, convinti che queste loro manovre possano aiutare davvero a far tornare mamma e papà insieme.

  2. Uno dei figli si schiererà inevitabilmente dalla parte di uno dei due e cercherà di esprimere sentimenti e sensazioni in sua vece. Potrebbe succedere per esempio che un figlio dica ad un padre che la mamma è triste da quando lui se ne è andato e gli dia consigli per corteggiarla di nuovo. Il tutto farebbe molta tenerezza ad una persona non coinvolta nella questione ma alla lunga potrebbe disturbare.

Situazioni come questa possono insegnarci due cose: la prima, forse la più importante, riguarda sicuramente la capacità dei ragazzi di assorbire, anche indirettamente e in modo inconsapevole, le sensazioni e i sentimenti degli adulti. I figli non sono mai piccoli come i genitori immaginano che siano, sanno già agire da adulti e hanno una sensibilità molto più sviluppata.

Figli come pedine

Ci sono genitori che approfittano della sensibilità dei propri figli per inculcare in loro sentimenti negativi nei confronti del coniuge visto come rivale. Può capitare, per esempio, che una madre incattivita cerchi di screditare il padre agli occhi di un figlio.

È cosi che i figli diventano loro malgrado pedine nelle mani di genitori frustrati ed infelici.

Non fatelo mai: non mettete i figli al centro delle vostre battaglie di principio. Piuttosto chiarite loro che anche se doveste decidere di restare separati, non state rinunciando al vostro ruolo di genitori.

Separarsi non vuol dire sfasciare una famiglia, ma semmai renderla ancora più unita privandola del conflitto.

Alla prossima!

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