Genitori vs figli: come vincere l’eterna partita

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Le parole sono importanti: saperle usare bene può aprire davanti a noi tantissime strade e tantissime possibilità: una buona proprietà di linguaggio è sicuramente importante, ma non basta. La vera vittoria di una comunicazione efficace si ha soprattutto quando si riesce a tenere il ritmo della conversazione usando le parole nel modo giusto.

Prova ad immaginare una conversazione come una partita di tennis: ogni frase è un rimpallo da raccogliere e portare sempre a segno. Se colpisci troppo forte, però, c’è il rischio che la pallina colpisca la rete e ti ritorni in faccia.

Ecco perché è fondamentale saper restare in partita, quando si discute con qualcuno. Il discorso diventa ancora più calzante quando si tratta di discussioni fatte con persone a cui vogliamo bene: spesso i sentimenti possono spingere a comportarsi in modo diverso, a sentirsi più vulnerabili e a tendere a cedere.

La stessa cosa accade, anche se non sembra, quando si analizza il rapporto genitori figli. Se hai un figlio adolescente, sai benissimo che le possibilità di avere una conversazione fatta di qualcosa di più di qualche cenno di assenso è una rarità.

Quando tuo figlio ti parla sai già che lo fa per un motivo preciso: chiedere qualcosa. Ed è li che tu, genitore neofita di queste battaglie all’ultima parola, puoi e devi dimostrare quanto vali davvero.

Genitori vs figli: l’importanza delle regole

Lo so, spesso succede che i genitori cedano alle richieste dei figli perché troppo presi dai loro problemi quotidiani per intavolare discussioni potenzialmente infinite. Ma dire sempre di si non fa mai bene. Ad entrambi. Ora cerco di spiegarti perché:

Gli adolescenti hanno bisogno di regole

Hai ragione, è vero: quando metti in punizione tuo figlio sembra che da un momento all’altro possa scoppiare in casa tua la Seconda Guerra Mondiale, ma questo non deve farti desistere. Il fatto è questo: un adolescente odia le imposizioni. Però, al contrario di quanto chiunque possa pensare, col tempo ha la capacità di capire che queste regole non fanno altro che aiutarli a gestire al meglio la loro vita e a prepararsi al mondo degli adulti.

Le regole aiutano anche la tua reputazione

In realtà, imporre delle regole aiuta anche a migliorare la tua reputazione agli occhi di tuo figlio: ti fa sembrare una persona di polso che sa imporsi e prendere decisioni. E lo aiuta anche a capire che tu sei presente e disposto ad aiutarlo in ogni situazione.

Perché punire fa bene

Le punizioni non sono un ricatto.

Se quando si comporta male non riesci a punirlo perché ti sembra di ricattarlo, togliti questo pensiero dalla testa, le punizioni non sono un ricatto. Devi pensare a questo tipo di conversazioni come a una negoziazione, un do ut des.

Se lo punisci non è per ricattarlo o per fargli del male, ma solo per insegnargli che nella vita nulla è dovuto e il rispetto, anche quello dei genitori, va sempre guadagnato.

L’unico modo per farti strada in quel muro di mugugni, quindi, è fare il cuore duro e cercare di importi. Perché si è vero, ogni genitore vorrebbe essere il migliore amico del proprio figlio: uscirci, perdersi in chiacchiere e lasciare che ti confidi tutte le sue emozioni.

Quante volte lo hai sognato, quando ancora dovevi conoscere? Ora, caro genitore, sei disilluso perché hai capito che la vita non è un film e che questa impresa si sta rivelando un po’ più difficile di quanto pensassi.

Ricorda: da adulto tuo figlio si renderà conto che tutte quelle regole sono servite a renderlo una persona migliore. Quindi non mollare e restagli accanto anche quando sembra non avere bisogno di te.

Alla prossima!

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