Separazione: il futuro dei figli adulti 

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Abbiamo parlato molto di divorzio e di come questo possa impattare sulla vita delle persone in esso coinvolte: vivere in famiglie non risolte emotivamente potrebbe (quasi sicuramente) creare traumi nella vita dei figli. 

Avere come esempio, durante l’adolescenza, quello di genitori che non si amano più e continuano a farsi la guerra, può di certo avere delle conseguenze psicologiche sulla vita dei figli. 

Nell’immediato, accettare che i propri genitori si separino non è mai facile: loro sono per i figli l’esempio più alto di amore e di famiglia. Se questo esempio viene distrutto e sostituito da continui litigi, accuse e nei casi peggiori anche episodi di violenza, come si fa a credere di nuovo nell’amore?

Da adolescenti soprattutto, i legami sono molto importanti: si tratta delle prime esperienze di confronto tra pari, e vederle condizionate da esperienze negative in famiglia, potrebbe condizionare per sempre la capacità relazionale. 

Separazione: mette a rischio i legami futuri 

Chi vive in una famiglia piena di conflitti avrà paura di legarsi alle persone, avrà problemi molto ingombranti legati alla fiducia, tendendo a restare chiuso nel proprio guscio per non lasciare trapelare le proprie debolezze. 

È inevitabile pensare che questo bagaglio pieno di irrisolti non venga trascinato dalla persona che lo porta fino alla vita adulta: sono tanti i figli di persone separate che si limitano ad avere relazioni superficiali, pur di evitare di affrontare la propria patologica paura dei legami. 

C’è chi si chiude a riccio, chi scappa quando le cose si fanno troppo serie e addirittura chi evita qualsiasi tipo di coinvolgimento convinto che passare la propria vita in solitudine sia la giusta forma di punizione

La verità è che da adulti, i figli di separati sono vittime di uno dei meccanismi psicologici più dannosi di sempre: quello della profezia che si autoavvera. Chi viene da una famiglia problematica si convince, cioè, che il suo destino sia segnato e che nelle relazioni avrà, di fatto, la stessa fortuna dei genitori

Da un certo punto di vista questo ragionamento può sembrare anche legittimo. Mi spiego meglio attraverso un esempio. Immagina di dover imparare a nuotare, ma i tuoi genitori non sanno farlo bene: come possono insegnarti a fare qualcosa che loro stessi non conoscono? 

Per le relazioni e soprattutto la calma familiare, vale più o meno lo stesso discorso: come può un genitore provare a guidare un figlio se sono loro stessi a non riuscire a portare avanti una relazione, come possono insegnare ai figli il modo giusto per farlo?

Imparare a sanare le fratture

La chiave per risolvere i conflitti irrisolti e vivere un rapporto con i sentimenti che possa definirsi sano, non è da ricercare nel passato. Incolpare i vostri genitori per gli errori del vostro presente è un comportamento immaturo. 

L’unico modo per andare avanti davvero è riconoscere i propri traumi, provare a capire cosa li ha generati e lavorarci sopra con tenacia. 

Si tratta di un percorso lungo e tortuoso, che costerà sofferenza e sacrificio. Per svolgerlo al meglio, seguendo il sentiero giusto, si può cercare un aiuto psicologico. Può capitare però che non si abbia bisogno di questo aiuto e si riesca da soli a far scattare nella propria testa quella molla che aiuti a comprendere che si può andare oltre. 

Immagina il cervello come un computer pieno di cartelle e programmi che si aprono da soli e spesso in modo poco opportuno.  Per chiudere i programmi c’è sempre un comando generale, ma solitamente ogni programma ha una modalità di chiusura specifica, più efficace. 

Quando il programma con i ricordi dei traumi infantili dovuti alla separazione si apre, devi trovare il modo di “spegnerlo”, per poter vivere bene

Alla prossima!

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