Cosa fare quando una donna è stressata?

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

“Dolcemente complicate” cantava Fiorella Mannoia, ma se fossero le sfide di ogni giorno a rendere le donne così affaccendate, stressate, esigenti, bisognose d’affetto e quindi, spesso, anche complicate?

Non ci siamo mai chiesti abbastanza quanto fosse il peso che una donna, sia 50 anni fa che oggi, porta sulle spalle ogni giorno per combattere e vivere.

I pregiudizi che ruotano attorno al sesso femminile sono ancora tanti e i vari fenomeni che quotidianamente vengono riportati sui social e dalle tv ne sono una testimonianza vivente.

Diciamoci la verità: essere donne non è affatto facile. Ogni cosa che fanno può essere travisata; ogni gesto può essere preso come atto di ribellione mentre a volte si desidera solamente essere più libere e meno avvinghiate a regole spesso obsolete e irrispettose.

 

Se la donna è infelice, tende a reprimere il suo lato femminile

 

Quando ci si ritrova in situazioni scomode, o magari si è avuta una brutta giornata a lavoro, si desidera avere accanto una persona con la quale potersi sfogare e che ti dica: tranquilla, andrà tutto bene. Peccato però che spesso e volentieri questo non accade!

Ad esempio, mi ritorna alla mente la reazione di una coppia ad un lutto in famiglia: lui si lasciò andare al dolore, trascurando la famiglia, il lavoro e la sua vita in generale mentre lei si rimboccò le maniche e andò avanti, nonostante il dolore. Attenzione però. Questo non deve essere visto come atto di coraggio ma come presa di posizione nei confronti di uno status che non cambia (la morte di una persona cara) e il dovere di moglie, madre e lavoratrice che la donna in questione ha.

Ora mi direte: va bene, ma allora lui non aveva gli stessi doveri? Certo che sì! Però spesso non tutti reagiscono allo stesso modo e l’uomo che, ahimè, ancora tutt’oggi in molte famiglie fa ben poco in casa, nel momento in cui si ravvisa un problema o è giù di morale, diventa sempre più assente.

Lei, la donna, ha cercato di portare avanti tutto da sola in questi primi mesi di lutto ma è arrivata al punto di scoppiare così tante volte che ora stenta a riposare, beve molti caffè e ha addirittura iniziato a fumare. Questi sono tutti segnali di un forte carico di stress ma nessuno attorno a lei se ne accorge.

A lungo andare questa mancanza di attenzioni, questo essere lasciata al proprio destino, alle proprie frustrazioni e angosce, la porterà a chiudersi in sé stessa e a difendersi da ogni attacco esterno solamente con le sue forze. Diventerà uomo e donna allo stesso tempo, dimenticando quasi come ci si sente a fare le cose in due, a combattere insieme in questo mondo ingiusto, a mandare avanti “la baracca” e a vivere con un partner che ti comprende e ti sostiene.

Questi atteggiamenti, come sottolinea Gray nel suo libro “Oltre Marte e Venere” rappresentano lo stato d’animo di una donna stressata che, vedendosi sola, si chiude in sé stessa, combatte in solitudine e tende sempre di più a reprimere il suo lato femminile producendo, a livello fisiologico, più testosterone che estrogeni.

Ma vogliamo davvero arrivare a questo?

Ripeto: spesso, se non quasi sempre, l’educazione gioca un ruolo fondamentale. Se siamo stati abituati all’ascolto, al sostegno e all’essere disponibili e abbiamo, dal canto nostro, ricevuto queste attenzioni, saremo persone migliori; sapremo sostenere il nostro/la nostra partner e non lasceremo che le gole profonde del dolore e dello stress ingoino l’amore che ci ha fatti unire.

Combattere insieme è il modo migliore per affrontare la vita!

Alla prossima!

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