Realtà virtuale e terapia: come superare le fobie

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

La realtà virtuale è stata utilizzata in diversi settori, dal gioco al marketing. Ma sapevate che può essere utilizzata anche per trattare le fobie? È il futuro. Un paziente si siede su una comoda sedia nello studio di un terapeuta, indossa un visore per la realtà virtuale e viene trasportato in un altro mondo progettato per aiutarlo a gestire le sue paure.

In questo articolo parlerò di come la realtà virtuale possa essere utilizzata in psicoterapia e delle differenze con le tecniche tradizionali e, alla fine, illustrerò un esempio su come possa essere applicata sulla paura di volare.

Come la VR viene utilizzata per trattare le fobie

La realtà virtuale (VR) è una simulazione, generata dal computer, di un’immagine o di un ambiente tridimensionale con cui una persona può interagire in modo apparentemente reale o fisico utilizzando speciali apparecchiature elettroniche come un visore e dei joystick.

La persona si immerge completamente nel mondo simulato e ha la sensazione di viverlo realmente. Il suo punto di forza consiste nella possibilità di creare simulazioni realistiche di ambienti che altrimenti sarebbero difficili o impossibili da sperimentare: stare sulla cima di un grattacielo, guidare o salire su un aereo, ecc..).

Può anche essere usata per simulare situazioni pericolose o traumatiche, al fine di aiutare le persone a confrontarsi con le proprie paure.

La realtà virtuale in ambito clinico è utilizzata per effettuare esposizioni. L’esposizione è un tipo di trattamento comportamentale che prevede il confronto con l’oggetto o la situazione temuta al fine di abituare il soggetto a quella situazione (più spesso la persona si troverà ad affrontare la situazione ansiogena e sempre meno paura avrà all’idea di viverla).

Uno dei vantaggi della realtà virtuale è che può essere adattata alle esigenze dell’individuo: viene utilizzata per trattare una serie di fobie, tra cui la paura di volare, dell’altezza, di parlare in pubblico, di guidare, ecc…In questo modo, il terapeuta può controllare l’ambiente e il livello di esposizione, consentendo di aumentare gradualmente l’intensità dell’esperienza secondo le necessità.

Questo strumento viene solitamente utilizzato assieme ad altre tecniche di matrice cognitivo-comportamentale (CBT) allo scopo di aiutare il paziente a comprendere e modificare i propri pensieri e comportamenti.

Quali vantaggi rispetto ai metodi terapeutici tradizionali?

Effettuare esposizioni “nel mondo reale” pur essendo una tecnica molto efficace, presenta non pochi punti critici:

  • i pazienti possono essere riluttanti a partecipare ad una sessione di esposizione tradizionale per il timore di stare male in pubblico, per l’imbarazzo o l’ansia che tale esercizio implica.

Va notato che le persone con un’intensa fobia, evitano del tutto le situazioni temute. Ciò significa che non hanno mai l’opportunità di esercitarsi ad affrontare e gestire le proprie paure. Quindi l’utilizzo di un visore permette “di rompere il ghiaccio” ed iniziare un progressivo avvicinamento allo stimolo fobico.

  • La terapia tradizionale può essere logisticamente impegnativa, soprattutto se i pazienti vivono in aree rurali o hanno limitazioni nei movimenti.

Utilizzare la realtà virtuale permette di aggirare i limiti logistici e permettere un’esposizione allo stimolo fobico in un ambiente controllato, che può aiutarli ad acquisire fiducia e maggiore padronanza.

Vediamo un esempio di trattamento:

Ad un uomo che ha paura di volare può essere chiesto di indossare un visore e una cuffia VR. Verrebbe quindi trasportato in una cabina aerea simulata. Il terapeuta potrebbe controllare il livello di esposizione, aumentandolo gradualmente man mano che il paziente si sente più a suo agio.

Il terapeuta potrebbe iniziare facendo sedere il paziente in una sala d’attesa virtuale all’aeroporto. Una volta che il paziente si sente a proprio agio, il passo successivo potrebbe essere quello di salire a bordo dell’aereo. Il paziente verrebbe esposto a simulazioni progressivamente più realistiche, come il decollo, le turbolenze e l’atterraggio.

Nel corso della terapia, il terapeuta fornirà indicazioni e supporto al fine di aiutare il paziente a gestire la sua paura e la sua ansia.

In poche sedute solitamente la persona riesce a maturare una maggiore consapevolezza e a superare la sua fobia.

Il futuro della VR in psicoterapia

L’uso della realtà virtuale in psicoterapia è ancora agli inizi, ma le applicazioni potenziali sono vaste.

Con il continuo sviluppo della tecnologia, è probabile che la VR diventi sempre più realistica e coinvolgente. Questo potrebbe renderla uno strumento ancora più potente per aiutare le persone ad affrontare e superare le proprie paure.

È importante ricordare che la VR non deve essere utilizzata come trattamento a sé stante. Piuttosto, essa dovrebbe essere vista come uno strumento che può essere utilizzato insieme ad altre terapie come la psicoterapia cognitivo comportamentale.

Da oggi è possibile effettuare questo trattamento presso i miei studi di Licata e Gela, per maggiori informazioni potete contattare la segreteria.

Alla prossima!

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