Adolescenti e ansia: ecco come gestirla

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Lo saprai sicuramente anche tu, perché ci sei passato. L’adolescenza può essere un periodo bellissimo fatto di scoperte, coraggio ed emozioni fortissime. Tutte queste forti rivoluzioni, che si attivano sia dal punto di vista fisico che da quello mentale, possono portare anche ad eventi negativi.

Ti spiego subito il perché: la mente di un adolescente, per quanto lui si possa sentire un adulto, non è ancora abbastanza forte. Può succedere quindi che, davanti alle prime difficoltà e responsabilità, un ragazzo possa sviluppare disturbi di ansia.

Lo so, da adulti, può sembrare strano sentir parlare di ansia giovanile, eppure esiste: anche se gli adulti lo dimenticano, l’ambiente scolastico e quello di confronto con i propri coetanei può portare un adolescente a sentirsi parecchio sotto pressione.

C’è chi riesce a tenere il passo di tutto, chi regge bene la pressione e la gestisce, e chi purtroppo inizia a soffrire di veri e propri attacchi di ansia e panico.

Adolescenti e ansia: consigli utili

Cosa fare in questi casi? Se hai un figlio adolescente che ti sembra troppo agitato, che cerca di fuggire dalle responsabilità (per esempio, evita la scuola), probabilmente tuo figlio ha problemi di ansia. Ecco qualche consiglio per aiutarlo al meglio:

  • Non toccare troppo spesso l’argomento: può sembrare un consiglio scontato ma non lo è: concentrarsi troppo su un problema lo rende ancora più difficile da superare.

  • Non aiutare troppo tuo figlio: lo so, restare indifferente ti farà male, ma ci sono cose e momenti in cui il tuo “bambino” deve imparare a cavarsela da solo.

  • Insegnagli a tenere un piccolo diario di bordo: un modo efficace per tenere a bada gli episodi di ansia e panico, è annotare su un diario tutte le volte che questi episodi si presentano. Scrivere aiuta a focalizzare meglio l’episodio e ad azzerare piano piano l’ansia di cui si soffre

  • Niente farmaci: per eliminare l’ansia, non affidarti subito a farmaci. Se non educherai prima tuo figlio a tenere autonomamente sotto controllo le emozioni negative, i farmaci da soli non risolveranno il problema. Anzi, c’è il rischio che si possa mettere in atto un meccanismo di dipendenza.

Somatizzazione e doc: quando è il corpo a parlare

Il corpo dà voce alle emozioni che cerchiamo di sopprimere: quando si soffre di ansia molto forte, a condizionare le giornate non sono solo i pensieri negativi (come comunemente si pensa). Spesso è il corpo ad assorbire l’ansia e a procurarci sintomi di malessere fisico.

Le manifestazioni della cosiddetta somatizzazione possono essere tantissime e molto diverse tra loro. Ti faccio un esempio per aiutarti a capire meglio di cosa sto parlando: ti è mai capitato, durante le interrogazioni a scuola, o addirittura subito prima di un esame all’università, di avvertire un fortissimo mal di pancia che ti costringeva a correre in bagno? Ecco: quella è somatizzazione.

Una reazione esagerata ad un’emozione considerata troppo forte da controllare. Come ho detto, la somatizzazione può avere diverse forme: tachicardia, cefalea, problemi di colite, reflusso gastroesofageo solo per elencarne alcuni.

Tutti questi disturbi possono purtroppo condizionare la vita di tutti i giorni, quindi, è meglio tenerli a bada.

Disturbo ossessivo convulsivo: cos’è? È una forma di ansia molto grave che spinge la persona che ne è vittima ad adattare comportamenti ripetitivi e spesso dannosi, per scongiurare che si manifesti un evento avverso.

Per esempio, chi è ipocondriaco e soffre di DOC tende a lavarsi ossessivamente e a evitare il contatto diretto con altre persone per la paura di contrarre malattie. Curare patologie di questo tipo non è assolutamente facile: l’unico consiglio che posso darti è quello di rivolgerti ad un terapeuta che sappia individuare il percorso giusto.

Alla prossima!

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