Le relazioni di ieri e di oggi: due mondi e modi diversi di concepire il/la partner

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

In questo articolo vorrei riagganciarmi a quello precedente sulle competenze comunicative in una relazione (potete leggerlo qui), sviluppando una nuova riflessione in base a due categorie utilizzate sempre da Gray nel suo libro “Oltre Marte e Venere”.

Gray parla di Compagni di Ruolo e Compagni di Anima: i primi potrebbero essere personificati dai nostri nonni e genitori, i secondi da noi, “ragazzi” di oggi.

Utilizzo sempre il condizionale perché, come ho avuto modo di spiegare in articoli precedenti, ogni essere umano è unico e quindi non bisogna mai generalizzare, seppur un dato fenomeno sia estendibile su larga scala.

Se al giorno d’oggi le relazioni finiscono subito è perché non ci accontentiamo facilmente

Nonostante il detto reciti “chi si accontenta gode” nel nuovo millennio le cose funzionano diversamente, ma cerchiamo di capire le differenze tra compagni di ruolo e di anima.

In una relazione Compagni di Ruolo tutto si basa sul ricoprire un determinato ruolo, sia per la comparte maschile che femminile: ad esempio, padre lavoratore, mamma casalinga. In questo tipo di rapporto, se i ruoli vengono ben impersonificati, tutto fila liscio e nessuno dà importanza alla comparte sentimentale che dovrebbe essere la base di una coppia.

Al contrario, in una relazione Compagni di Anima, tutto si incentra sulla libertà di esprimere i propri sentimenti, di essere limpidi, di non nascondere il proprio IO e di ricercare costantemente un “alto livello di appagamento emotivo”.

Ma quindi, se prima si costruiva tutto sui ruoli e ora invece sui sentimenti, perché le relazioni non sono più durature come un tempo?

I nostri nonni si accontentavano e sopportavano, noi siamo insaziabili di sentimenti

Matrimoni che duravano 50 anni, tanti figli ma spesso, poca felicità e soddisfazione nascosti dietro quella coltre di orgoglio e pudore che la società del tempo imponeva forse, tacitamente. Stessa cosa potrebbe valere per i nostri genitori, seppur in dosi minori.

E oggi? Siamo così liberi eppure le nostre storie spesso finiscono subito. Perché?

Citando Gray: Nelle relazioni moderne, se mancano le competenze per creare una relazione Compagni di Anima, la nostra passione non potrà che essere temporanea, come lo era ai tempi di Romeo e Giulietta. Ma con la libertà e il supporto emotivo per poter esprimere in pieno e autenticamente noi stessi, la passione degli esordi può essere preservata per una vita intera.

Libertà e supporto emotivo sono gli ingranaggi che quindi, secondo Gray, fanno andare avanti una relazione nel migliore dei modi, o almeno si spera.

La difficoltà sta nel preservare la felicità degli inizi anche dopo anni insieme

Spesso vorremmo ritornare ai primi giorni di quella relazione che ci ha fatto tanto stare bene e che ora, magari, sta procedendo su un binario che non ci aspettavamo.

Le gioie dei primi gesti amorosi, la curiosità di scoprire come sarebbe stata una vita insieme e le tanto famose FARFALLE NELLO STOMACO sono tutti elementi, tasselli che compongono l’inizio di una relazione e che, per rimanere vivi, necessitano, nel mio modesto parere, di tanta PAZIENZA.

Se la libertà e il supporto emotivo fanno da base, una buona dose di pazienza, comprensione, empatia e calma aiutano ancor di più a far andare avanti quella macchina complessa ma stupenda quale è l’AMORE in tutte le sue sfaccettature.

Non dico che sia semplice, ma credo fortemente che dovremmo entrare nell’ottica che una relazione, così come una pianta, va curata ogni giorno, innaffiata con amore e attenzione affinché si evolva e duri.

Mai cristallizzarsi perché i cambiamenti sono sempre dietro l’angolo e bisogna essere pronti ad accoglierli con preparazione e, ripeto, PAZIENZA.

Alla prossima!

 

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