Uomini, pensione e virilità: adesso “chi sono”?

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Dopo anni di lavoro, rinunce per impegni lavorativi e sacrifici, ecco che arriva la tanto agognata pensione! Come ogni cosa, però, anche la pensione ha un lato negativo.

In “Oltre Marte e Venere” John Gray afferma che spesso molti uomini durante la pensione si dedicano al relax (cosa giusta) ma questo “non far nulla di significativo” va a diminuire la virilità (per cui hanno tanto faticato in anni e anni di lavoro), aumentando molto il rischio di stress elevato che può addirittura causare un infarto.

Non sarà mica la società ad imporre all’uomo di essere virile? O è una “fissa” radicata nella sua personalità?

Su questo, un’opinione o magari, una risposta univoca non può esistere dato che ogni persona è unica e diversa dall’altra e quindi anche in questo caso, la virilità può essere concepita in maniera diversa.

Esiste l’uomo “sensibile” che si sente virile quando fa sentire bene la sua donna, i suoi figli, i suoi genitori e chiunque voglia bene attraverso un sostegno morale.

Esiste l’uomo “rude” che si sente virile mangiando coscette di pollo con le mani e a petto nudo, non aiutando in casa ma col cuore d’oro quando ci sono problemi (e quando non ce ne sono?).

Esiste l’uomo “all’antica” che si sente virile solo perché porta la pagnotta a casa e quindi crede di avere il diritto di trattare come gli pare e piace chi quella pagnotta la trasforma in biancheria pulita, varie pietanze, pane, risparmi.

Esiste l’uomo “via di mezzo” rude, all’antica e sensibile che si sente virile portando la pagnotta a casa, mangiando a petto nudo e, ogni tanto, offrendo sostegno morale e psicologico a chi vuole bene.

Poi esiste l’uomo “moderno”. Badate bene, moderno non significa perfetto o all’avanguardia, anzi, forse è proprio il contrario. Tutte le ansie che proviamo non sono frutto del nostro vissuto ma di ciò che leggiamo e “sentiamo” in tv, radio e sui social e che quindi caratterizzano e distorcono la nostra visione del mondo e di noi stessi in questo mondo.

Il relax post pensione dovrebbe essere un diritto ma nella società odierna tutto diventa un problema

Diciamoci la verità, è preoccupante che un uomo, nei primi tre anni della pensione possa avere un infarto per via lo stress causato dal suo sentirsi meno virile.

Sebbene la situazione sia seria, le cause rasentano il ridicolo e l’assurdo. Dopo anni di sacrifici, il relax tanto desiderato perché dovrebbe diventare un problema?

Esiste un’evidenza scientifica che spieghi la mancanza di virilità in un uomo che si dedica al relax e magari, anche al bricolage?

I soliti luoghi comuni che collegano la virilità di un uomo alla forza, alla possenza, al “potere” e al lavoro danno tanto di stantio, di vecchio e obsoleto. Eppure, questa concezione retrograda dell’uomo produce effetti collaterali pericolosi nella psiche maschile che non dovrebbero esistere perché il relax e una vita serena post lavoro dovrebbero essere un diritto!

Gli stereotipi della società ci stanno uccidendo dentro, bisogna dire basta!

Ogni rivoluzione parte dal cuore ed è da lì che bisogna partire per mettere un freno a certe concezioni sbagliate che precludono una visione completa dell’essere umano, animale metafisico molto complesso ma anche straordinario.

Il lavoro ci nobilita e la pensione dovrebbe essere l’ultima ricompensa di tanti anni di impegno per la società, la famiglia e per noi stessi.

La virilità non dovrebbe essere scandita da criteri standard perché ogni essere umano segue percorsi di vita diversi e diverso quindi è il livello e il tipo di virilità raggiunti, perciò tranquilli, sentitivi virili anche a 80 anni mentre vi gustate un caffè in compagnia dei vostri nipoti.

Voi, nonni in pensione, siete un valore inestimabile di cui avremo sempre bisogno!

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