Donne e Uomini a lavoro: due mondi a confronto

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Psicologo - Psicoterapeuta

Il titolo potrebbe alludere al tipico confronto che nei talk show, sui social network e nelle varie campagne pubblicitarie leggiamo circa la posizione sociale della donna e dell’uomo da quando il sesso “debole” ha iniziato ad emanciparsi e, quindi, a lavorare anche fuori casa.

Cinquant’anni fa era impensabile e ai limiti dell’assurdo immaginarsi una donna astronauta come la Cristoforetti che non pensi solo a preparare ottime pietanze e a cambiare pannolini.

Tralasciando esempi di personaggi noti, anche vedere un uomo che lava a terra poteva sembrare quasi un sacrilegio.

Il lato positivo del cambiamento relazionale tra uomo e donna sta negli ormoni

Una riflessione interessante fatta da Gray sempre sul suo libro “Oltre Marte e Venere” è quella su come il livello e la produzione di ormoni nella donna e nell’uomo cambi in base ai ruoli che ricoprono dentro e fuori casa.

Quando le donne si dedicano a ruoli tradizionalmente maschili, a casa mostrano spesso più tendenze Marte.

Lo stesso vale per gli uomini che assumono ruoli tradizionalmente femminili: è possibile che si immedesimino maggiormente nelle tendenze Venere.

Il punto sottolineato da Gray è il ruolo degli ormoni: una donna che ricopre ruoli maschili produce, a livello endocrino, più testosterone e porta a casa un maggior livello di ormoni maschili e di atteggiamenti, di conseguenza, tipici dell’essere uomo come magari una certa dote di leadership.

Lo stesso accade per l’uomo; un insegnante “maschio”, ad esempio, presuppone una certa sensibilità tipica della donna e va a produrre più estrogeni proprio perché attiva una serie di comportamenti: attenzione verso la serenità dei suoi alunni, magnanimità nel rimproverarli, presa a cuore dei problemi di apprendimento di determinati studenti e così via.

I ruoli esterni possono produrre effetti positivi all’interno di una relazione

Ma quando le donne svolgono lavori maschili, è ancora più importante che possano esprimere nel privato il proprio lato femminile, affinché ormoni maschili e femminili raggiungano un salutare equilibrio. Senza il giusto equilibrio di ormoni, le percezioni di noia, insoddisfazione, vuoto e inquietudine tendono ad aumentare.

L’equilibrio interiore è il Santo Graal di ogni essere umano che tende ad avere una vita psicofisica sana ed equilibrata.

La riflessione di Gray risulta molto rilevante perché presupporre la giusta presenza di ormoni maschili e femminili non è facile da raggiungere e, diciamoci la verità, non se ne parla nemmeno così tanto.

Ogni dibattito verte sempre e per forza su uno scontro o su una scelta e mai su un confronto costruttivo, su un giusto mezzo, su un EQUILIBRIO.

Siamo abituati a concepire l’universo femminile e maschile come, per forza di cose, due dimensioni che devono essere, ad ogni costo, contrapposte.

E se non fosse davvero così? Se fossimo tutti, in fondo, un po’ uomini e un po’ donne?

Liberiamoci da schemi mentali retrogradi, ruoli sociali degradanti e abitudini malsane. L’uomo può essere sensibile come una donna e viceversa.

La donna può essere un capo tosto a lavoro e una mamma e moglie amorevole a casa e l’uomo può essere un “coccolone” con i suoi studenti e un padre severo a casa.

Cosa c’è di strano? Nulla.

Bisogna abituarsi e far propria l’idea della flessibilità di alcuni atteggiamenti perché nella vita e nei comportamenti quotidiani non si può mai essere prettamente maschili o femminili perché ogni situazione richiede attenzioni, gesti e competenze diverse.

Fossilizzarsi non produce effetti positivi perché la società cambia continuamente.

Da cosa, anzi, da chi è composta la società?

Da esseri umani, da uomini e da donne, quindi questo vuol dire che ogni giorno cambiamo e insieme a noi devono assolutamente cambiare i nostri modi di interagire con il mondo esterno, traendo da ogni nuovo stimolo, concime per le nostre relazioni.

Ala prossima!

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